(1) L’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna fu costituita nel 1911, da granatieri in congedo, che,concluso il servizio volevano mantenere vivo lo spirito di corpo tra ex commilitoni e svolgere attività di solidarietà sociale.
La missione, oggi,è nella sostanza immutata e si concretizza nel promuove i valori della condizione militare, ponendo in essere attività culturali e solidaristiche. Giuridicamente essa è un’associazione d’arma come sancito in apposita norma di legge, un DPR del 1954. Dal 2020 è anche ente del Terzo Settore, ed è in questa prospettiva di adeguamento alla nuova realtà sociale che affrontiamo il futuro.
(2) Oggi l’associazione consta di 2947 iscritti – prevalentemente militari in congedo, che hanno prestato servizio nella Specialità Granatieri di Sardegna – raggruppati in circa 200 sezioni e centri, su tutto il territorio nazionale.In organico abbiamo anche soci amici e socie amiche, che non hanno prestato servizio militare, ma condividono i medesimi valori e desiderano impegnarsi nelle nostre attività culturali e sociali.
(3) In concreto, come mostro nelle immagini, l’associazione è impegnata in attività di pubblicistica e distoriografia,con riguardo della storia militare dei Granatieri di Sardegna. Pubblica anche un periodico e ha un Centro studi.Cura la gestione e la manutenzione di alcune infrastrutture, come la chiesetta votiva del Monte Cengio,edificata sul luogo in cui caddero in battaglia numerosi granatieri,e di monumentie targhe commemorative. Gestisce, finanziandoli, progetti di manutenzione per gli oggetti museali custoditi nel Museo Storico dei Granatieri di Sardegna, sito in Roma. (4) Opera anche nel campo dell’assistenza sociale a favore dei propri iscritti ed esprime alcune capacità a favore della Protezione Civile. Maggiori informazioni sono reperibili sul sito internet della Presidenza Nazionale.
Con quali motivazioni le persone chiedono di iscriversi alla nostra associazione? E quali valori guidano l’azione del sodalizio? (5) Individuiamo tali valori attraverso alcuni simboli, emblematici della tradizione granatieresca (6).
La granata sul basco nero e gli alamari bianchi sul bavero rosso sono i nostri distintivi sociali. Un breve cenno di spiegazione.
I Granatieri di Sardegna traggono origini dal reggimento delle Guardie, istituito in Torino, nel 1659, dal Duca Carlo Emanuele II. Poco dopo furono adottate le granate a mano; e siccome per prestanza fisica e addestramento le Guardie erano idonee a lanciarle, il reggimento assunse la denominazione di Granatieri Guardie. Quindi ai granatieri fu conferito l’emblema della granata fiammeggiante. (7) L’emblema della granata è anche nello stemma araldico dell’Esercito, a indicare che il suo primo nucleo d’origine è proprio quel reggimento d’ordinanza, di arruolamento pubblico e finanziato dallo Stato e non da un signore aristocratico e benestante, istituito in Torino il 18 aprile 1659.
(8) Gli alamari, che io indosso sul bavero rosso, colore della fanteria, furono conferiti ai granatieri per il valore con cui essi combatterono nella battaglia dell’Assietta. Il 19 luglio 1747,il Regno di Sardegna stava per essere invaso da un’armata franco-spagnola: correva la Guerra di Successione austriaca. Lo scontro avvennenel cuore delle Alpi Cozie, a 2500 metri di quota. I granatieri, con la loro fermezza e con il loro sacrificio, risolsero la battaglia e il Regno di Sardegna fu salvo.Allora la vittoria ebbe l’effetto di un prodigio, ma accadrà ancora, molte altre volte. Associo questa battaglia di resistenza estrema a un nemico soverchiante con la battaglia di Roma, combattuta tra l’8 e il 10 settembre 1943, quando la divisione Granatieri di Sardegna rimase compatta sulla linea del fuoco a contrastare l’assalto delle forze germaniche, sino a quando la trattativa che era in corso non sancì la fine dei combattimenti, e lo status per Roma di “città aperta”.Che poi fu subito negato. Quella storia resta controversa, ma il ritardo imposto all’attaccante germanico consentì al re di scampare a Brindisi,nell’Italia già liberata dalle forze alleate, e lì far ripartire il governo legittimo dello Stato. Infatti, un mese dopo, il 13 ottobre,prendeva corpoil regime della cobelligeranza,con cui le forze armate avrebbero partecipato alla liberazione dell’Italia. E appena due mesi dopo, l’8 dicembre del ’43, i soldati italiani entrarono in battaglia a Montelungo. Anche i Granatieri presero parte alla Guerra di Liberazione, nell’ambito del Gruppo di Combattimento Friuli, quello che libererà Bologna il 21 aprile 1945.
(9) A ispirare questi simboli, la granata, gli alamari e altri ancora che per brevità non cito, ci sono i valori fondativi della condizione militare. Il primo, da cui derivano tutti gli altri, è espresso nell’articolo 52 della Costituzione:
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici.
L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.”
Segue l’articolo 54, Esso recita:
“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Si considerino tre aspetti qui richiamati: la disciplina, l’onore e il giuramento, modi di essere richiesti ai militari.
Da questi valori iscritti nella Costituzione ne derivano molti altri, enunciati in un testo di legge che è il Codice dell’Ordinamento Militare, in particolare in quella parte che narra della Disciplina militare.
Per sintetizzare dirò qui che la condizione militare richiede alcune qualità senza le quali non è possibile essere un buon soldato. Esse sono: il coraggio, prima morale e poi fisico; poi la competenza, ovvero il saper fare in scienza e coscienza, al servizio della collettività. Tutte le associazioni d’arma riconoscono la validità universale di questi valori, quindi li attuano con la loro opera e se ne fanno tramite per farli conoscere.
La condivisione di questi valori ne genera un altro tipicamente militare, che nondimeno, come ho detto prima, informa e plasma la nostra associazione: esso è lo spirito di corpo.
I militari svolgono sempre un lavoro di squadra. Questa peculiarità richiede rispetto reciproco e capacità a lavorare insieme, ovvero fiducia: non competizione, ma cooperazione.
Ogni unità militare, coesa in virtù dello spirito di corpo, è per questo compatta nell’assolvimentodei propri compiti intorno alla bandiera nazionale, tuttora definita bandiera di guerra. La bandiera di guerra è assegnata alle unitàmediante decreto del presidente della repubblica; ad essa vengono sempre tributati gli onori militari. Questo simbolo rappresenta, dunque, unità d’intenti al servizio dello Stato,ovvero al servizio della Patria, che è lo Stato ancestrale,edificato dai nostri avi, e dagli eroi che hanno donato la loro vita alla causa nazionale.
Noi militari in congedo, che abbiamo operato nelle missioni di pace, sovente negli stati falliti, siamo convinti del valore dello Stato quale istituzionenecessaria, inalienabile, per il benessere e la prosperità dei cittadini. Senza Stato vengono meno i presupposti per la coesistenza civile e pacifica, da cui derivano appunto i diritti, un livello accettabile dibenessere, infine la prosperità.
(10) Richiamo qui per completezza i compiti delle Forze Armate, come riportati sulla slide:
Compito prioritario delle Forze armate è la difesa dello Stato.
Le Forze armate hanno altresì il compito di operare al fine della realizzazione della pace e della sicurezza, in conformità alle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle organizzazioni internazionali delle quali l’Italia fa parte.
Le Forze armate concorrono alla salvaguardia delle libere istituzioni e svolgono compiti specifici in circostanze di pubblica calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza.
In caso di conflitti armati e nel corso delle operazioni di mantenimento e ristabilimento della pace e della sicurezza internazionale i comandanti delle Forze armate vigilano, in concorso, se previsto, con gli organismi internazionali competenti, sull’osservanza delle norme di diritto internazionale umanitario.
(11) Concludo presentondovi il Padre Spirituale dei Granatieri di Sardegna e della ANGS: Gianfranco Maria Chiti, Generale dei Granatieri di Sardegna che fu soldato in pace e in guerra,e poi frate francescano.Ora, egli risiede alla Casa del Padre ed è stato riconosciuto Venerabile della Chiesa. Egli una volta ha detto: “I soldati cadono in battaglia da consociati, espiando, come Cristo, le colpe degli altri”.
Auguro a tutti buona Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.